lunedì 31 dicembre 2012

Dopo le primarie

Il voto per le primarie degli ultimi due giorni trabocca di elementi positivi per il futuro. Dalla bella atmosfera nelle code per i seggi alla diffusa partecipazione sul territorio, dall'elezione di tante donne a quella di tanti giovani e giovanissimi.
Il PD cresce e si rinnova, con tante cose da aggiustare e migliorare, ma forte dello spirito giusto.

Personalmente sono soddisfatto del mio risultato, che credo e spero possa consentirmi di proseguire il lavoro negli impegni presi con tutti voi.
Ci sarà tempo più avanti per i dati numerici definitivi. Intanto vi auguro buon anno e vi ringrazio di cuore.
Godiamoci il cambiamento che ci si apre davanti, questa sera come nei prossimi mesi.

Grazie,
Walter Tocci

sabato 29 dicembre 2012

Il voto del 30 Dicembre



È possibile costruire l’avvenire dell’Italia e della sua gioventù.
È tempo di restituire la dignità alla politica e alle istituzioni.
Chiedo un voto alle primarie per proseguire il mio impegno.
Desidero consegnare ai giovani la mia esperienza.

Per saperne di più sulla mia candidatura clicca qui.
Puoi contattarmi anche su Twitter e su Facebook.

I seggi saranno aperti a Roma dalle 8 alle 21 del 30 Dicembre.
Possono votare gli iscritti al Partito Democratico e tutti coloro che hanno partecipato alle Primarie “Italia Bene Comune”.

Si vota nei circoli del PD. Per sapere qual è il tuo, clicca qui.
Tutte le informazioni su www.primarieparlamentaripd.it

Fiducia, Forza, Futuro


Cara elettrice, caro elettore,

domenica 30 dicembre a Roma si svolgeranno le primarie dei parlamentari del PD. Ti chiedo di partecipare e di coinvolgere tanti cittadini all’evento.
Nessun vecchio partito ha mai avuto il coraggio di mettersi in discussione in modo tanto radicale. Nessuna forza politica europea sarebbe in grado di fare altrettanto. E nessun partito potrà fare a meno delle primarie in futuro. La nostra decisione cambierà molte cose nella politica italiana. E di questo c’è estremo bisogno, la nuova legittimazione dei parlamentari è la condizione per affrontare tutti gli altri problemi, è il filo da tirare per sciogliere una matassa tanto ingarbugliata.
Con il tuo voto potrai restituire alla politica tre doti smarrite da tempo: Fiducia, Forza, Futuro.


Creare lavoro di qualità


Azzardando una stima di massima, ci saranno almeno cinquantamila giovani ricercatori che non trovano collocazione nel mondo produttivo e rimangono abbarbicati all'università, premendo per entrare nelle carriere accademiche. Si dovranno riaprire le porte della ricerca pubblica ai giovani ricercatori, ma nella migliore delle ipotesi si risolverà solo in parte il problema. 
E gli altri giovani studiosi? Ha senso tenere nell'inedia la parte più colta della nostra gioventù? Sarebbe un tema da affrontare con politiche pubbliche mirate. Tutto ciò avviene spontaneamente nelle università che funzionano. Per rimanere all'Europa, l'università di Cambridge ha creato una filiera di piccole imprese di rango internazionale nel settore delle biotecnologie, quasi tutte nate da spin-off della ricerca universitaria.

Occorrono, quindi, progetti di ricerca universitaria mirati alla creazione di imprese innovative e di lavoro qualificato. Possono riguardare  i campi più diversi: la realizzazione di nuovi servizi per il terziario avanzato, la produzione di contenuti culturali nella rete, l'invenzione di nuovi servizi professionali, la cura delle risorse culturali nazionali, le opportunità della green economy, le nuove politiche urbane, la creatività artistica e della comunicazione, lo sviluppo dell'educazione permanente verso standard europei ecc.. 
Su questi progetti andrebbero messe alla prova le nuove generazioni, offrendo opportunità di espressione e di lavoro a quei bravi dottori di ricerca che non sono interessati alle carriere universitarie e nel contempo non trovano ancora occupazione nel mondo del lavoro. Questo ampliamento del campo e del concetto stesso di ricerca universitaria dovrebbe consentire di impegnare quell’eccedenza formativa con cui dovremo fare i conti per un periodo non breve. Oggi questi giovani sono abbandonati a loro stessi, spesso illusi con improbabili contrattini e a volte addirittura sfruttati come manovalanza intellettuale. Il rapporto tra giovani e università è oggi il massimo dell’ambiguità, si fa vedere una remota possibilità di accesso in cambio di un lavoro sottopagato o non pagato affatto. Non c’è cosa più grave per un’istituzione della conoscenza che mandare messaggi ambigui ai suoi allievi.
Al contrario, la relazione deve diventare cristallina: molto presto, certo prima dei quarant’anni, l’istituzione deve dire al giovane studioso se ha i meriti e le possibilità per intraprendere la carriera accademica. Altrimenti quel giovane, invece di rimanere parcheggiato inutilmente nei corridoi del dipartimento, può essere impegnato in seri programmi di ricerca finalizzati a creare nuove opportunità di lavoro.


venerdì 28 dicembre 2012

La "cura del ferro" per debellare traffico e inquinamento


Le ragioni della cura del ferro sono tutte di importanza strutturale per l’Italia.


L’aumento del traffico è principalmente causato dal diradamento delle grandi città verso le aree metropolitane. Gran parte delle conurbazioni sono dilagate nei rispettivi hinterland, creando intorno alla parte consolidata una galassia di insediamenti sparsi. Le chiamiamo ancora con i nomi storici – Roma, Napoli, Milano ecc. – ma sono oggetti geografici completamente diversi dal passato. La campagna si è fatta metropoli senza passare per la città.

Le conseguenze di tale forma insediativa si fanno sentire soprattutto nell’aggravamento dei problemi di mobilità. I cittadini vanno ad abitare sempre più lontano, ma d’altro canto hanno bisogno comunque di recarsi in città per lavorare, con l’evidente accentuazione di tutti i fenomeni di pendolarismo. Aumentano così il numero e la lunghezza degli spostamenti e in molti casi l’uso dell’automobile diventa una scelta forzata. In queste condizioni le politiche positive per la mobilità, intraprese da molti Comuni, sono vanificate dagli effetti delle trasformazioni urbanistiche. Ciò che sembra quasi un destino cinico e baro non è altro che la conseguenza, almeno in parte, di trasformazioni urbane lasciate a se stesse.

Per questo motivo l’inquinamento urbano continua a essere un problema grave. Rispetto agli obiettivi di Kyoto, l’inquinamento causato del trasporto non solo non è diminuito, ma è pericolosamente aumentato. Il pendolarismo ha contribuito significativamente all’aumento vorticoso - +235% - dell’uso dell’automobile negli ultimi trent’anni. Anche i morti sulle strade aumentano soprattutto nelle aree metropolitane.
Il guasto più grave di questo dissennato sviluppo metropolitano è proprio nel rapporto perverso che si è realizzato tra mobilità e organizzazione territoriale. La città diffusa aumenta la dipendenza dall’uso dell’automobile e quindi richiede la costruzione di nuove strade che a loro volta accentuano il diradamento urbano, innescando così un circuito vizioso che porta alla saturazione del territorio, con il paradosso di insediamenti a bassa densità connessi da strade perennemente ingorgate.
Per compiere la svolta c’è solo una politica possibile: investire decisamente sul trasporto pubblico, sulla scala dell’area vasta dove ormai si è collocata la dinamica urbana. Il recupero e il potenziamento delle ferrovie locali assume quindi un’importanza strategica, non solo per migliorare il servizio pubblico, ma per rendere possibili nuove scelte di pianificazione territoriale.


giovedì 27 dicembre 2012

Una strategia per la ricerca


Innanzitutto, bisogna voltar pagina. Negli anni duemila si è radicata l’idea che per aiutare le imprese si dovesse demolire la ricerca pubblica. È vero esattamente il contrario. La ricerca pubblica in tutti i campi, dagli enti pubblici (EPR) alla rete universitaria, è il bastione da cui ripartire. Va messo in sicurezza e su di esso bisogna costruire un nuovo edificio. È l’ingegno italiano che ancora ci sostiene nel confronto internazionale: i nostri ricercatori sono terzi tra quelli del G8 per produttività scientifica e ultimi per i soldi che ricevono.



I colpi assestati al Cnr e agli altri enti di ricerca nell'ultimo decennio sono stati molto pesanti: sconvolgimenti normativi, continui commissariamenti, tagli dei fondi, blocchi delle assunzioni, discussioni scriteriate sulle rispettive missioni. L'unica riforma da fare in questo campo consiste nel non fare alcuna riforma per almeno un decennio. Anzi c'è solo da cancellare gran parte delle norme approvate, restituire l'autonomia piena alle comunità scientifiche, riaprire le porte ai giovani e allocare i finanziamenti secondo il merito. Questo capitolo della politica della ricerca è molto semplice ed è stato inutilmente complicato negli anni passati imponendo agli Enti paradigmi organizzativi propri delle burocrazie o delle imprese, mentre invece essi possono funzionare solo seguendo il paradigma interno alla scienza che è il riconoscimento tra pari dei meriti scientifici.

Da tanto tempo l'Italia è sprovvista di una vera strategia nazionale per la ricerca. Il ritardo è forte e si rischia di perdere il contatto con le tendenze mondiali, a cominciare dalle frontiere tecnologiche delle scienze bio, nano e info. Proprio in queste rivoluzioni scientifiche è massima la debolezza della ricerca italiana: ci sono scienziati di valore e gruppi di rilievo internazionale, ma si tratta di esperienze isolate che non fanno sistema.

Tutti e tre i campi si sono indeboliti nel decennio: nella scienza della vita si è rinunciato a fare massa critica nella ricerca pubblica, delegando sempre più l’iniziativa ai soggetti privati, proprio mentre crescevano nel settore i condizionamenti economici e ideologici; le istituzioni di eccellenza come l'Istituto Superiore di Sanità e molti Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico (IRCCS) sono state indebolite dai tagli dei fondi e dalle nomine politiche. Nelle nanotecnologie, la Moratti ebbe la brillante idea di sciogliere una struttura come l’Istituto nazionale di fisica della materia (INFM) che funzionava molto bene e metteva in rete la ricerca universitaria. Nell’informatica è quasi scomparsa la ricerca privata sia dell’industria sia dei servizi. Invertire questa deriva e ricollocare il paese al passo delle frontiere tecnologiche dovrebbe essere il primo passo di un vero piano nazionale della ricerca.

mercoledì 26 dicembre 2012

Proposte per una riforma del Parlamento



Sulla base della mia esperienza, se verrò eletto, ho intenzione di proporre nella prossima legislatura una radicale riforma del Parlamento. La priorità è contenere l'eccesso di leggi, che è la principale causa della cappa burocratica. In Italia se ne approvano troppe, spesso sbagliate e disorganiche, senza alcuna verifica dei risultati, a volte solo per rispondere a un titolo di giornale. Tutti in campagna elettorale promettono di approvare tante norme, io mi impegno a proporre di eliminarle rendendole più intelligenti. Ho elaborato una proposta sull'organizzazione dei lavori parlamentari.


lunedì 24 dicembre 2012

L'economia delle città

"Bisognerebbe mettere da parte il lessico alla moda, come governance, stakeholder, spin-off, smart city, spending review. ... Dovremmo tornare a parole semplici ma più profonde, come rendita, che riemerge dopo un lungo silenzio, ingegno, che è tipicamente italiano, e lavoro"

La relazione di Walter Tocci al convegno L’economia delle città, tenuto a Roma il 15 dicembre 2012, organizzato dalla fondazione Italianieuropei, dal Centro per la riforma dello Stato e dall’associazione Romano Viviani.

Leggi tutto

domenica 23 dicembre 2012

La forza delle Primarie

Mi sono candidato alle primarie anche perché sono stato sempre convinto della bontà di questa procedura democratica.

Se le avessimo fatte nel 2006 avremmo vinto con ampio margine le elezioni e il governo Prodi sarebbe durato l'intera legislatura. Dare la parola ai propri elettori per scegliere la classe politica mentre la destra lo impediva sarebbe stato un modo efficace per organizzare l'indignazione popolare contro il Porcellum.

Anche nelle elezioni del 2008 le primarie avrebbero aiutato Veltroni a salire più in alto. Mi ricordo che lo proposi nella direzione regionale del Pd, ma trovai una fiera resistenza da tanti dirigenti che oggi si spellano le mani ad applaudire la decisione di Bersani. Infine tornai alla carica nell'estate scorsa e fui incaricato dal commissario Vannino Chiti di coordinare un gruppo di lavoro per elaborare un regolamento.

Esaminammo tutti i problemi tecnici con largo anticipo e trovammo le soluzioni adeguate, scrivendo un regolamento basato su collegi più piccoli che favoriscono l'accesso dei candidati e riducono l'effetto delle macchine elettorali (vedi sotto). Ricevemmo molti complimenti, ma la proposta fu rapidamente archiviata. Poi si è arrivati in emergenza a improvvisare regole che lasciano molto spazio alle cordate elettorali e mettono in difficoltà i candidati che  fanno affidamento solo sulla propria credibilità.


Comunque, meglio tardi che mai, meglio imperfette che niente. Quindi partecipate tutti alle primarie. Poi avremo tempo per migliorare le regole, anche sulla base di questa esperienza. E soprattutto, vincendo le elezioni avremo finalmente la possibilità di cancellare il Porcellum e approvare una vera riforma elettorale a doppio turno di collegio.

Di seguito le mie proposte dell'epoca.


sabato 22 dicembre 2012

I tagli di Monti a università e ricerca. Da dove ripartire?


L'agenda Monti per l'università è un punto di riferimento. 
Dice esattamente cosa non bisogna fare in futuro. 
Dice anche quali danni dovrà recuperare il prossimo governo di centrosinistra. E soprattutto la portata della svolta che occorre imprimere alla politica della conoscenza nel nostro Paese. 
Per questo obiettivo ho deciso di presentarmi alle primarie dei parlamentari a Roma il 30 dicembre. Vorrei continuare la mia battaglia a favore dell'università e della ricerca, ma stavolta per contribuire ad ottenere risultati concreti col governo Bersani.


venerdì 21 dicembre 2012

Ho deciso di candidarmi



Il Partito Democratico chiama i suoi elettori a scegliere i parlamentari con le primarie di domenica 30 Dicembre. È la miglior risposta all'ostruzionismo di Berlusconi, che ha impedito di togliere di mezzo la legge elettorale nota come Porcellum.
Già l'elezione di Bersani, nel bel confronto con Renzi e gli altri candidati, è stata un'esperienza di partecipazione popolare ammirata in tutta Europa. Ha restituito dignità a tutta la politica. Il PD ne ha tratto grande giovamento. Può finalmente finire la lunga notte italiana.

Ho deciso di candidarmi alle primarie dei parlamentari del Pd a Roma. Sono stato incerto fino all'ultimo momento. Pur essendo candidabile senza bisogno di deroghe, avevo pensato di ritirarmi in buon ordine. Ma non si può mancare ad una campagna elettorale così difficile e importante.
Saranno elezioni costituenti, come quelle del '48 per la Prima Repubblica e quelle del '94 per la Seconda. È possibile ricostruire l'avvenire dell'Italia e della sua gioventù. È possibile mettere al centro dell'agenda politica la creazione di lavoro, puntando sulla qualità e sui diritti. E' possibile collocare il Paese all'avanguardia del processo unificazione europea. È possibile restituire la dignità alla politica e alle istituzioni.
 

A questi compiti penso di poter portare il contributo della mia ormai lunga esperienza politica e amministrativa. Se verrò eletto in Parlamento continuerò ad occuparmi di scuola, beni culturali, università e ricerca. Questo è stato l'epicentro della crisi italiana del ventennio passato e ne usciremo solo quando la crescita e la diffusione del sapere sarà considerato come primo dovere nazionale.Metterò a frutto le competenze sviluppate come vicesindaco di Roma nel campo dei trasporti, della tutela del paesaggio e delle forme di governo delle città. E insieme, come parlamentari romani cercheremo di aiutare le nuove amministrazioni di centro sinistra in Campidoglio e alla Pisana, per voltar pagina con le inefficienze e le miserie di Alemanno e Polverini.
Inoltre, porterò nelle commissioni parlamentari le proposte istituzionali elaborate dall'istituto di ricerca di cui sono direttore, il Centro per la Riforma dello Stato (CRS). Da decenni è il luogo di confronto di diverse generazioni di costituzionalisti e di studiosi del diritto, e il suo patrimonio di conoscenze sarà prezioso per le riforme della prossima legislatura, a cominciare dalla nuova legge elettorale.

Ma il compito principale che mi attribuisco è quello di aiutare i giovani parlamentari ad acquisire la necessaria esperienza. Anche nella lista romana ci sono giovani candidati che hanno già mostrato il valore delle competenze e la forza dell'impegno. Non li considero affatto miei competitori. Anzi se un mio sostenitore mi dice che vuole votare un giovane in gamba la considero una buona notizia.
Chi però insiste ad aiutarmi in questa prova è davvero benvenuto. Non dispongo di macchine organizzative e l'unica mia risorsa sono i rapporti di fiducia personale. Se ciascuno di voi durante le feste, magari cogliendo l'occasione degli auguri, promuove dieci voti a mio favore ce la possiamo fare.

In ogni caso vi ringrazio per l'attenzione e auguro buone feste a tutti.

Walter Tocci




Contatti
Seguitemi su Twitter: @tocciw
Venite a trovarmi su Facebook
Scrivetemi una mail: tocci_w@camera.it
Oppure commentate questo post, cliccando qui sotto su "Commenti"


Come si vota:
www.primarieparlamentaripd.it

giovedì 20 dicembre 2012

I miei scritti

Articoli per TamTam Democratico
L'Italia in sé e per sé passa per Milano e Roma
(n. 10/2012)
Crisi e futuro del riformismo urbano
(n. 8/2012)

La parabola dei talenti letta da un politico (n. 6/2012)
Renovatio ecclesiae e riforma politica
(n. 4/2011)

Disuguaglianze metropolitane
(n. 0/2011)


Utopie ed eterotopie dell'accessibilità - In Future GRA. Il futuro del Grande Raccordo Anulare di Roma nella prospettiva della città metropolitana, a cura di R. Secchi, Prospettive, 2011 
"Se si mettessero a cercarla, urbanisti e ingegneri scoprirebbero di averne una in comune che è definita da una parola sempre trascurata e spesso banalizzata come l'accessibilità. Essa è il regno di condivisione tra mezzi e fini degli spostamenti, è la qualità dello spazio dal punto di vista del movimento, è il campo di forze che regola le relazioni spaziali."

L’insostenibile ascesa della rendita urbana (pdf) - Democrazia e Diritto, n. 1/2009 
"La risorsa immobiliare ha contribuito alla pur debole crescita, ma sorge il dubbio che la sua fortuna sia andata a discapito di altre opportunità. L’acqua si dirige dove trova la strada e l’immobiliare è in grado si aprirla meglio di altri settori. E' stata proprio la rendita la vera responsabile di quella bassa crescita, poiché ha sottratto risorse importanti agli impieghi produttivi per destinarle a finalità speculative."

Sinistra senza popolo. Il caso Roma - Argomenti Umani, n. 5/2009 (con F. Tomassi) 
"Nelle elezioni del 2008 i voti ottenuti dal Pd o dai suoi candidati sono direttamente proporzionali alla vicinanza con il Campidoglio: il massimo nella periferia storica, un valore intermedio nella periferia anulare, e il minimo nella periferia regionale."

Politica della scienza? Le sfide dell'epoca alla democrazia e alla ricerca - Libro edito da Ediesse, 2008 
Scheda editoriale     Per una agenda nella politica della conoscenza    Recensione su L'Unità 
Raccolta di saggi e articoli su scienza e democrazia, una scienza che interpella la politica sui fondamenti del vivere in società, la scuote dal suo affaccendarsi meramente amministrativo e le impone di essere all'altezza dei compiti e delle responsabilità posti dalla rivoluzione scientifica nelle società contemporanee. 

Il “caso” Roma - Argomenti Umani, n. 9/2008
"Per ripartire bisogna capire che cosa è successo. Dobbiamo spiegarlo a noi stessi e prima possibile far sapere agli elettori che abbiamo capito la lezione. Diciamoci la verità, abbiamo regalato Roma alla destra con i nostri errori."

La città del tram - In Avanti c'è posto. Storie e progetti del trasporto pubblico a Roma, di W. Tocci, I. Insolera e D. Morandi, Donzelli, 2008 
Scheda editoriale     Intervista a Radio Popolare     Dibattito presso il CISS (doc) 
La storia del tram a Roma, con particolare riferimento agli anni novanta, analizzando le relazioni del trasporto pubblico con i caratteri urbanistici, sociali e culturali della capitale: il traffico non esiste come problema settoriale, ma come epifenomeno sia di una sciagurata politica urbanistica seguita per più di un secolo, sia di una cultura urbana estranea alle grandi innovazioni europee.